mercoledì 1 gennaio 2020

Mi sembra di non aver mai saputo  quello che volevo realmente.
Mi sono sempre adattata camaleonticamente a volere ciò che avrebbe fatto felici le persone che amavo e che di rimbalzo mi avrebbero (pensavo io)dato  quell'amore che ,nonostante i miei traguardi,mai arrivava.
E' un meccanismo perverso che oggi riesco a decifrare e a vedere quando si ripresenta .
Allora ero solo tanto infelice.
Nessuno lo capiva però,perchè il mio grande sorriso e la mia energia ingannavano tutti.
Avrei voluto più di ogni altra cosa fare la giornalista o la scrittrice ,ma anche l'archeologia era fra le mie passioni.
La danza classica era per me, oltre che uno sport ,un grande sogno e ho frequentato una scuola fino a 24 anni,ma quando mi sono trasferita per continuare l'università a Chieti, l'ho abbandonato... non è che rischiavo di realizzarlo?
Amavo anche cantare e recitare e nella mia cameretta da adolescente al mio registratore "geloso", dai grandi tasti colorati, ho confidato canzoni e poesie.
All'università ho studiato medicina con grande facilità ma senza nessun entusiasmo.
Ero certa  che il babbo ne sarebbe stato orgoglioso e felice,ma mai mi sono chiesta cosa avrebbe fatto felice me.
E così ,quando al mio ultimo esame prima della laurea ,ho incontrato quel bellissimo e simpatico ragazzo che mi ha detto che lui avrebbe fatto odontoiatria,senza pensarci un attimo gli ho detto "anch'io" e in quell'istante è iniziato il mio futuro.

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